Il termine spotting non è una novità per le donne fertili che, in qualche modo, sanno cos’è ma non sempre ne conoscono le cause scatenanti. Se sei tra una di loro allora leggi l’articolo per informarti meglio su questo problema al femminile e scoprire cos’è lo spotting e perché si manifesta.
L’origine del termine è da ricondurre al verbo inglese ”to spot”, che significa macchiare; spotting indica infatti una perdita anomala di sangue uterino di colore scuro, che in genere si verifica tra una mestruazione e l’altra, durante o subito dopo l’ovulazione. È molto frequente che, premestruale o intermestruale, lo spotting si manifesti durante la gravidanza o a causa della pillola.
L’accusa che viene mossa contro la pillola vale anche per gli altri metodi anticoncezionali come il cerotto, l’anello o la spirale. Lo spotting, nei primi mesi in cui si fa uso di questi contraccettivi, si presenta come fenomeno fisiologico, legato al temporaneo e necessario assestamento dell’organismo, perché il corpo si adatta ai nuovi equilibri ormonali.
Quando invece si ripresenta spesso anche in seguito, prima e dopo il ciclo, è consigliabile rivolgersi al ginecologo, dato che il dosaggio ormonale del contraccettivo potrebbe risultare inadatto e quindi da modificare.
Altre cause un po’ più gravi sono i fibromi uterini e i polipi (tumori benigni), il tumore del collo dell’utero, l’endometriosi (sviluppo anomalo della mucosa uterina), le cisti ovariche e l’ectopia (lesione della mucosa endocervicale).
Ulteriori cause disfunzionali potrebbero essere legate ai disturbi alimentari come la bulimia, l’anoressia o l’obesità, il forte stress, la premenopausa e l’inserimento errato della spirale.
Le perdite improvvise potrebbero essere anche il sintomo di una lieta notizia come il concepimento e l’inizio di una gravidanza (in questo caso si tratterebbe di spotting da impianto: un tipo di ciclo mestruale che avviene dopo il concepimento, quando l’embrione si impianta nell’utero, e dura solo pochi giorni.