Sintomi e prevenzione
La mononucleosi è una malattia infettiva acuta e contagiosa, caratterizzata da un’elevata percentuale di globuli bianchi (cellule mononucleate) nel sangue; il responsabile della mononucleosi è il virus Epstein-Barr (EBV) che appartiene alla famiglia degli Herpesviridae.
La mononucleosi infettiva viene indicata anche in molti altri modi: adenite acuta infettiva, febbre ghiandolare, febbre ghiandolare di Pfeiffer (o morbo di Pfeiffer dal nome del medico che la descrisse nel 1887), linfoadenosi acuta epidemica, malattia del bacio (espressione popolare).
La mononucleosi è dunque una patologia infettiva di origine virale il cui contagio può avvenire tramite uno scambio di saliva, motivo per cui è detta malattia del bacio, ma anche indirettamente attraverso oggetti entrati in contatto con la saliva di un soggetto infetto tipo posate, bicchieri, spazzolini, giocattoli, mani.
La mononucleosi colpisce maggiormente bambini e giovani, motivo per cui la maggior parte delle persone sviluppa anticorpi contro il virus della mononucleosi senza aver mai accusato alcun sintomo di infezione; le persone con mononucleosi possono continuare a trasmettere il virus attraverso la saliva anche mesi dopo la guarigione, tuttavia, passato questo periodo l’eliminazione del virus continua in maniera saltuaria per tutta la vita (è cioè riscontrabile nel gargarizzato in circa il 20% dei casi di soggetti esposti e asintomatici).
Sintomi
La mononucleosi è una malattia causata dal virus Epstein-Barr (EBV) un herpesvirus il cui nome deriva da quello di 2 scienziati che lo scoprirono nel 1964.
I segni più caratteristici della mononucleosi sono la linfoadenopatia, l’angina faringea, la febbre, la splenomegalia (ingrossamento della milza), il rash cutaneo, l’ittero, la faringite, il mal di gola, il mal di testa, l’astenia, le sudorazioni notturne e la perdita di peso.
Alla presenza dell’EBV sono associati alcuni rari tumori come il cancro alla rinofaringe e il linfoma di Hodgkin; alcuni studi hanno evidenziato come in soggetti affetti da malattie autoimmuni (sclerosi multipla e sistemica, rettocolite ulcerosa, lupus eritematoso sistemico, e in misura minore in quelli affetti da artrite reumatoide, sindrome di Sjogren, spondilite anchilosante, morbo do Crohn), la presenza del virus Epstein-Barr stimoli la formazione di un anticorpo che potrebbe contribuire al mantenimento dello stato infiammatorio.
In corso di mononucleosi infettiva sono frequenti alterazioni a carico di milza e fegato, i linfonodi risultano ingrossati in tutto il corpo specie sotto le ascelle, nell’inguine e nella regione cervicale posteriore; la mononucleosi può avere ripercussioni anche sul sistema nervoso centrale che può presentare edema, e raramente, degenerazione mielinica dei fasci nervosi periferici.
Oltre il 90% della popolazione adulta risulta infettato dal virus e possiede gli anticorpi diretti verso antigeni virali; i picchi dell’ infezione sono durante la prima infanzia nei paesi in via di sviluppo, mentre nei paesi industrializzati è nell’età dai 15 ai 25 anni.
Il decorso è in genere asintomatico, o simile a una faringite o sindrome influenzale; il virus, una volta entrato in contatto con i tessuti dell’orofaringe, si propaga nei linfonodi delle catene cervicali, sede di contatto con i linfociti B, poi in seguito ad un intansa replicazione virale, i virus vengono dismessi nel sangue.
Prevenzione
Come per tutte le malattie infettive la prima forma di prevenzione è l’igiene personale e dei luoghi; sopratutto nel caso si abbiano contatti con un malato è fondamentale evitare di condividere cibo, stoviglie, utensili, occhiali, giochi. Si raccomanda di evitare di baciare i soggetti affetti anche nei giorni successivi al termine delle manifestazioni cliniche. La prevenzione della mononucleosi si attua con tutti gli strumenti che migliorano le difese immunitarie; la prevenzione antivirale, si fa con una sana alimentazione e con l’integrazione minerale e vitaminica.